Gli animali hanno un cervello rettile e per sopravvivere agiscono puramente d’istinto. Quando si sentono minacciati, hanno tre possibilità di difesa: la Lotta, la Fuga, o il Congelamento. Tutte e tre queste strategie aiutano gli animali a restare in vita.
Per esempio, un gatto che vede avvicinarsi un cane piuttosto grande, valuta velocemente l’ambiente circostante per trovare una via di Fuga, e se c’è, se la darà a gambe: in questo modo brucia tutta l’adrenalina che viene a formarsi nel suo corpo a causa della paura. Ma se non esiste via d’uscita, il gatto allora può utilizzare la Lotta come alternativa. Anche in questo caso brucia tutta l’adrenalina che si accumula nel corpo. Tuttavia, se il gatto capisce che il cane è troppo grande per difendersi, può allora usare la terza strategia di sopravvivenza, il Congelamento. Nella fase del Congelamento vengono prodotte nel corpo una grande quantità di sostanze chimiche che hanno lo scopo di rallentare la respirazione, il battito cardiaco, e altre funzioni vitali. Il sistema in pratica “si spegne” e l’animale si immobilizza.
La parte importante che riguarda la fase del Congelamento è quella che avviene subito dopo. Immaginiamo che il cane decida che il gatto non è più una preda interessante e se ne vada via. Poiché gli animali sanno come scaricare in maniera del tutto naturale le sostanze chimiche e l’attivazione che si è accumulata, il gatto inizierà a scuotersi e a tremare per bruciare proprio in concreto tutta l’energia rimasta in circolo. E una volta scaricata, il gatto ritornerà alla sua vita, senza che questa esperienza lasci traccia nel suo sistema nervoso.
Anche gli esseri umani hanno le stesse risposte di Lotta, Fuga o Congelamento ma il nostro cervello razionale tende a moderare la risposta di sopravvivenza e a bloccare l’istinto. Ed è proprio questo blocco che porta a sviluppare i sintomi del trauma.